Anni 70

Diana Ross

today10 Aprile 2025

Sfondo

Ripercorriamo la carriera della diva suprema Diana Ross, l’unica e inimitabile stella della musica black. Dagli inizi con le Supremes negli anni ’60, la profonda amicizia con Michael Jackson, fino al passaggio alla disco music con la hit disco Up Side Down che nel 1980 scalava le classifiche.

 

La prima diva della musica black, in realtà, non doveva chiamarsi così ma è tutto frutto di un errore all’anagrafe. Sua madre, infatti, aveva scelto per lei il nome Diane, ma un errore sul certificato di nascita la registrò come Diana. Un dettaglio che avrebbe finito per diventare parte integrante della sua leggenda. Nel 1959, una giovanissima Diana Ross attira l’attenzione di Milton Jenkins, produttore del gruppo maschile The Primes. L’intenzione è quella di creare un gruppo femminile da affiancare ai Primes, così Jenkins chiede a Florence Ballard e Mary Wilson di mettere insieme una formazione tutta al femminile. Prendono vita The Primettes. Diana Ross si unisce al gruppo che include Ballard, Wilson e Betty McGlown. Con l’ingresso di Barbara Martin nel 1961 ( e l’uscita di McGlown), il quartetto ottiene un contratto con la leggendaria Motown Records. Il nome del gruppo cambia, diventando The Supremes.

Diana Ross & Michael Jackson

Nel 1969 esce l’album Diana Ross Presents The Jackson 5, con cui Diana Ross introduce al pubblico Michael Jackson e i suoi fratelli, consacrando i Jackson 5 nel panorama musicale internazionale. Ross diventa per Michael Jackson una figura chiave nei suoi primi passi nel mondo dello spettacolo, una sorta di mentore artistica, quasi materna, con cui instaura un legame profondo e duraturo.

Nel 1970, si dividono le trade di Diana Ross e delle Supremes e nello stesso anno c’è il debutto dell’omonimo album, accolto positivamente dalla critica. Il disco raggiunge la posizione nº 19 della Billboard 200 e la nº 13 nel Regno Unito, mentre il singolo Reach Out and Touch (Somebody’s Hand), raggiunge il nº 20 della Billboard Hot 100. Il secondo singolo, Ain’t No Mountain High Enough, è un successo clamoroso e le vale una nomination ai Grammy come miglior cantante femminile soul dell’anno.

Regina della disco

Nel 1976, Diana Ross raggiunge una nuova vetta con il suo album Diana Ross, segnato da una copertina iconica realizzata da Victor Skrebneski, che ritrae il suo viso su uno sfondo nero. L’album è un successo immediato, trainato dal brano “Do You Know” e dalla visione di Berry Gordy, che aveva intuito il momento giusto per lanciare Diana nella disco music. Con un team di produttori stellari come Michael Masser e Hal Davis, la Motown si trasforma in una vera e propria discoteca.

Il brano più rappresentativo dell’album è “Love Hangover“, che diventa una hit planetaria. Diana si lascia coinvolgere nella creazione di questa canzone travolgente, che mescola sensualità e ritmo disco. Il risultato è una performance di Diana al massimo della sua espressività, che la consacra come una delle regine della disco insieme a Donna Summer e Gloria Gaynor.

Oltre ai singoli di successo, l’album mette in mostra una Diana Ross matura, capace di spaziare da ballad sofisticate come “I Thought It Took A Little Time (But Today I Fell In Love)” a pezzi funky-rock come “One Love In My Lifetime”. Tra le tracce più significative ci sono anche “After You” (dal film Mahogany), “Smile” di Charlie Chaplin e la più intima “You’re Good My Child“. Con quest’album, la sua fama internazionale si consolida.

Nel 1977 esce Baby It’s Me, un album prodotto da Richard Perry che segna una svolta rispetto alla sua incursione nel mondo della disco music. Con questo lavoro, Ross esplora nuovi territori musicali, mescolando pop-dance romantiche come “Gettin’ Ready For Love” (caratterizzata da archi e sax swing), soul nostalgico che richiama l’era delle Supremes (“You Got It”, “Top Of The World” e “All Night Lover”), funky alla Stevie Wonder (“Baby It’s Me”), e alcune cover, tra cui la dolce “Too Shy To Say” di Wonder e la toccante “The Same Love That Made Me Laugh” di Bill Withers.

Fine dell’era Motown

L’album alterna anche brani rhythm & blues energici (“Your Love Is So Good For Me”) e ballate da notte come “Confide In Me” e “Come In From The Rain” (scritte dalla cantautrice Melissa Manchester). Baby It’s Me rappresenta un lavoro raffinato e piacevole che diventa uno dei “segreti meglio custoditi” nella discografia di Diana Ross, segnando un passo importante verso la sua separazione dall’era Motown. Separazione che avviene alla fine del 1981, anno in cui firma con la RCA, che le offre un contratto senza precedenti da venti milioni di dollari.

Nel 1982 Ross viene onorata con la stella sulla Hollywood Walk of Fame e nel 1985 partecipa alla registrazione del singolo di beneficenza We Are the World, con oltre 20 milioni di copie vendute nel mondo.

Il cambiamento non finisce qui, perché Diana Ross si lancia in una serie di iniziative imprenditoriali, fondando diverse società per gestire i suoi affari e quelli di altri artisti. Tra queste, la Rtc Management Corporation e la Diana Ross Production, dedicata alla gestione dei suoi progetti discografici. A queste si aggiungono la Rosstown Music e la Rossville Music, che pubblicano i suoi dischi sotto ASCAP e BMI, rispettivamente. Inoltre, crea la Chodnee Inc. per coordinare i suoi tour, l’Anaid Film Productions per la produzione e gestione di miniserie e varietà televisivi, e la Jff Enterprises, che si occupa di ricerca e sviluppo di prodotti di moda e cosmetici.

Diana Ross oggi

La Diana Ross di oggi continua a calcare i palchi di tutto il mondo con la stessa energia di sempre. Nel 2021, dopo 15 anni dall’uscita del suo ultimo album di inediti, ha rilasciato Thank You, un disco che le è valso una nomination ai Grammy nella categoria “Miglior album vocale pop tradizionale”. Parlando di Grammy, Diana ha collezionato ben 13 nomination e ha ricevuto due prestigiosi Lifetime Achievement Award: nel 2012 come solista e nel 2023 come membro delle Supremes, a testimonianza della sua carriera leggendaria e dell’impatto duraturo nella musica.

Scritto da: Verdiana Sasso

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